Bisogna educarli, ossia reprimerli, strappargli dalle mani rapaci come quelle di un usuraio ciò che non gli spetta, metterli in riga per due, punirli. Bisogna portarli al sonno, cioè alla scomparsa, almeno per qualche ora, il tempo di riprendere fiato e coraggio.
E al risveglio è tutto uguale, ricomincia a girare la ruota dentata del desiderio, che cerca qualcosa a cui aggrapparsi per non girare a vuoto: e così per anni, fino a quando la sconfitta è certa.
Io li guardo e penso che non capisco nulla dei bambini, delle cose della vita e dei sentimenti. Ho un dolore nel petto, qualcosa di fermo e acuto che somiglia alla solitudine." M. Lodoli
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